Natura: tema centrale della settimana dedicata alla salute mentale.

Da lunedì 10 maggio a domenica 16 maggio 2021 si celebra la settimana dedicata alla salute mentale.

Durante la pandemia, moltissime persone hanno avuto dei disturbi mentali più o meno gravi, oppure hanno dovuto dare supporto ad una persona vicina che ha vissuto degli eventi traumatici che hanno impattato sull’equilibrio psico-fisico.

Quest’anno la Giornata di sensibilizzazione alla salute mentale ha come tema la NATURA, in quanto balsamo e ancora di salvezza per moltissime persone durante il corso della pandemia. In quei mesi di lock-down forzato, molti di noi hanno avuto modo di riapprezzare la natura, di ri-percepirne l’importanza nella propria vita, e di comprenderne l’essenzialità per il nostro benessere.

Ricordo che l’anno scorso, nei mesi di totale lock-down, scendevo nel giardino davanti casa, e mi riempivo gli occhi dei colori della primavera che irrefrenabile ripeteva il miracolo del risveglio della vita colorando prati ed alberi di bellissimi colori. Mi stendevo nell’erba tempestata di margherite e ranuncoli, immergendomi con il viso nel suo profumo. Ascoltavo, nel silenzio delle strade deserte, il cinguettio indisturbato degli uccelli. Sentivo, e non ero l’unica, la potenza rigeneratrice della natura, immergendomi nella logica della sua ciclicità, in quell’alternanza di VITA-MORTE-VITA. Quei momenti di contatto con ciò che è per tutti irrinunciabile, ossia la natura, mi davano sollievo e speranza.

Molte volte, ho ascoltato dei racconti di persone che, a seguito di grandi sofferenze autoinflitte o subite, hanno trovato un  giovamento affidandosi alla natura e alla sua saggezza. Ricordo che, durante un mio intervento di Nature-Coaching, all’interno di un carcere, mentre parlavo, un detenuto mi ha portato dalla sua cella due bicchieri di plastica dentro ai quali, in un cumulo di terra, aveva piantato dei semi di limone e alcuni semi di pomodoro che, miracolosamente, si erano trasformati in bellissime piantine.

Mi ha detto: “La cosa che più in assoluto mi manca dentro questa gabbia di cemento, è potere abbracciare un albero ed accarezzare l’erba. Così, sto cercando di crearmi un piccolo angolo di natura, nella mia cella.” Ricordo che questa cosa, mi aveva profondamente toccata, emozionandomi. In quella prigione, fatta solo di cemento e di sbarre, un uomo che stava scontando una pena per gli errori commessi, aveva dato la possibilità a dei semi destinati alla spazzatura, di trasformarsi in germogli di speranza. Ho voluto condividere con lui la storia di una mia amica che, chiusa nella prigione di una malattia autoimmune, costretta a non camminare per molto tempo, si faceva portare con la sedia nella terrazza di casa, e stava per ore ad osservare le piante in vaso. Osservandole, giorno dopo giorno, ha appreso da loro molte lezioni, che le hanno trasmesso forza e sapienza permettendole, sorprendentemente, di uscire dal tunnel di quella malattia.

Due persone, due prigioni completamente diverse, ma ciascuna di loro “salvata” dal potere di una piccola pianta. Anche tutti noi, a partire da marzo del 2020, abbiamo vissuto la prigionia tra le mura delle nostre case, e anche noi da quella prigionia abbiamo sentito forte il desiderio di riconnetterci alla natura, nella forma di una pianta in vaso, dei nostri animali domestici, di un prato, o di un albero vicino a casa.

La natura è talmente centrale per il nostro benessere mentale ed emotivo che è persino difficile immaginare un equilibrio psicologico senza una connessione con il mondo naturale. Per molto tempo, nel corso della nostra storia, l’essere umano ha vissuto in stretto contatto con il mondo naturale, seguendone i cicli, conoscendone i segreti, e soprattutto sentendosi parte di esso e non al di sopra o superiore ad esso. E’ stato solo in questi ultimi secoli che si è verificato un profondo strappo tra l’essere umano e la natura e questa scissione ha comportato, di conseguenza, una separazione da sé stessi (separazione spirituale)  e dagli altri (separazione sociale). Questo concetto è uno dei capisaldi della Teoria U (Theory U) elaborata dal Prof Otto Sharmer del MIT di Boston, uno dei change-maker di questo decennio.

La letteratura scientifica riporta ormai da tempo, gli effetti benefici psico-fisici che il contatto con la natura genera in noi. La natura ha la capacità non solo di portare consolazione in periodi di stress ma anche di migliorare la nostra creatività, l’empatia e la capacità di stupirsi oltre ad aumentare le nostre difese immunitarie. Quello che è importante non è solo stare in un posto all’aria aperta, ma quello che conta è il modo in cui stiamo in quel luogo, aprendoci e interagendo profondamente con la natura.

La natura è una fonte inesauribile di benessere per il nostro corpo e la nostra mente. E’ quel pugno di terra da cui un piccolo seme si trasforma in speranza.

 

Come puoi quindi ritagliarti dei piccoli spazi che siano di ristoro per le tue energie e per aumentare le tue difese immunitarie?

Come puoi alimentare la calma e la tua resilienza per evadere dalle tue prigioni?

Come puoi trovare la motivazione, l’ispirazione e la direzione quando ne hai bisogno?

Come puoi creare delle pratiche che nutrano il tuo benessere, migliorando il rapporto con te stesso, con gli altri e con la Natura?

 

Vorrei condividere con te una pratica che ti permette di riscoprire la natura in te ed intorno a te.

LA SCRITTURA CREATIVA IN NATURA

La scrittura ci aiuta a dare una direzione ai nostri pensieri. Da un groviglio di pensieri nella nostra testa, la scrittura ci aiuta a sbrogliare la matassa, mettendo ordine alle nostre idee, come pioggia leggera che crea dei rivoli di parole e frasi. Questi piccoli ruscelli seguono il loro percorso per svelare quello che è nascosto. E’ un modo per risvegliare la creatività, la curiosità e di esplorare sé stessi.

Scrivere immergendosi in un ambiente naturale, eleva al quadrato tutti i benefici appena descritti. La natura ci permette di osservare il paesaggio intorno a noi e dentro di noi. Ogni persona ha un modo diverso di percepire la vita e le cose attorno a sé. Può scoprire questa unicità, canalizzando nelle parole quello che vedi attraverso i tuoi occhi e senti attraverso il tuo corpo. Scrivere in natura è anche un modo per riconnettersi ad un luogo di quiete interiore, rimanere nel qui e ora, dare attenzione al nostro sentire e alle nostre emozioni. Quando ci sentiamo calmi e rilassati, è più facile trovare le risposte alle nostre domande.

Ti propongo questo semplice esercizio: Immagini e parole (Haiku)

Cammina lentamente in un posto immerso nella natura (un parco, lungo il fiume, nel tuo giardino ecc.). Osserva attentamente la natura intorno a te, percepiscila con tutti i tuoi sensi.

Quando una parte di essa (un fiore, un pianta, un insetto, un sasso, uno scorcio ecc.) attira la tua attenzione, fermati ed osservala. Prendi un blocco appunti e la penna, e disconnettendoti dal tuo io razionale, lascia fluire le parole. Scrivi una breve poesia di 3 righe (un Haiku giapponese).  Questo un esempio:

 

Luna,

tra i rami nudi di un albero,

luce magica di speranza.

 

Ti posso assicurare che rimarrai stupito di quello che ne uscirà dalla tua penna.

 

Nei miei percorsi di “Bagni di Bosco” (Shinrin-Yoku), ti posso trasferire molte altre pratiche di connessione con la Natura, per aiutarti a nutrire il tuo benessere e a ripristinare quei meccanismi che ti aiutano a trovare ispirazione e motivazione e a farti evadere da molte prigioni che limitano la tua libertà. Scrivimi su info@soulikecoaching.net

2 Comments
  • Renzo Provedel
    Posted at 11:32h, 12 Maggio Rispondi

    L’episodio del carcerato che aveva catturato e poi curato i semi è molto ispirativo ed anche commovente.
    Bellissima poi la tua proposta di andare nella natura e scrivere una brevissima poesia “haiku”.
    Qui ti trascrivo un bellissimo haiku che una persona di nome Gilberto FINZI ci ha lasciato, che mi piace moltissimo e che crea un ponte tra la natura marina e la sua vita:

    IMBARCA l’ONDA
    NEL CUORE LA SPERANZA
    NAVIGA A VISTA

    La natura è così importante per noi perchè nella nostra costituzione troviamo parti dell’Universo, La nostra età si può misurare in tanti modi: se noi consideriamo la materialità degli umani ci accorgiamo che una parte del nostro corpo è fatta da ELEMENTI che non si trovavano sulla Terra, circa 4,5 miliardi di anni fa, quando la Terra si è formata; sono 17, su di un totale di 34 (gli elementi della tavola periodica sono 118) gli elementi essenziali. I 17 elementi basici sono: sodio, magnesio, potassio, calcio, fosforo, zinco, cromo, selenio, molibdeno, ferro, iodio, rame, manganese, zolfo, cloro, fluoro, cobalto. Erano tutti presenti sulla Terra? Sembra proprio di no. Si sono formati sulle stelle grazie a temperature e pressioni molto alte per una durata temporale molto lunga. Poi questo materiale ha viaggiato nello spazio per raggiungere la Terra. Allora noi potremmo dire che siamo anche “polvere di stelle” e che la nostra età, se la misuriamo con l’età degli elementi, è di diversi …miliardi di anni.

    Grazie.

    Renzo Provedel

    • Silvia Mirandola
      Posted at 18:06h, 14 Maggio Rispondi

      Ti ringrazio Renzo per questo tuo meraviglioso commento e per l’Haiku che hai condiviso. La parte poi degli elementi basici, come polvere di stelle è meravigliosa. Teniamoci in contatto. Un abbraccio

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